Cinema 1, 1987

Smalto e olio su tela
200 × 260 cm

Courtesy Galleria Gió Marconi, Milano

Vorrei fare quadri pieni di colore, voglio dire colorati. Questi quadri, queste carte sono dipinti in bianco e nero. Il colore è incollato, appeso come i panni a stendere o le lampadine nella notte in città.
Ho dipinto un grande rettangolo nero, ho insistito molto su questo nero e ho pensato alla qualità, all’aggettivo di quel nero. Così fondo. Nero cinema. Come in una lanterna magica, proiezione di ombre. Le posizioni di ciò che sta intorno a questo nero: primi piani, campi lunghi, sequenze.
Il titolo di alcuni di questi lavori è Cinema. Ciò che si muove in questi quadri è il colore. Quei ritagli di carta dipinta, colorata, che sono gli unici colori che entrano nel quadro. In fondo le posizioni di queste toppe colorate, il luogo che queste piccole luci rosse, gialle, blu occupano in questi quadri è provvisorio. Sono qui ma potrebbero essere anche là.

Ginfranco Pardi, 1986

 

 

 

I’d like to make paintings full of colour – I mean, coloured. These paintings, these papers, are painted black and white. The colour is glued on, hanged up, like washing put out to dry or streetlights at night in the city. I have painted a big black rectangle: I concentrated on that black a lot and thought about its quality, about the adjective to describe that black. So deep. Cinema black. As if in a magic lantern: projecting shadows. The positions of things around that black: foregrounds, backgrounds, sequences.
The title of some of these pieces is Cinema. What moves in these paintings is the colour. Thouse cutouts of painted, coloured paper are the only colours that get into the painting. After all, the positions of these coloured patches, the place that these little red, yellow and blue lights occupy in these paintings is temporary. They are here but they could also be there.

Gianfranco Pardi, 1986

Cinema 1, 1987

Smalto e olio su tela
200 × 260 cm

Courtesy Galleria Gió Marconi, Milano

Vorrei fare quadri pieni di colore, voglio dire colorati. Questi quadri, queste carte sono dipinti in bianco e nero. Il colore è incollato, appeso come i panni a stendere o le lampadine nella notte in città.
Ho dipinto un grande rettangolo nero, ho insistito molto su questo nero e ho pensato alla qualità, all’aggettivo di quel nero. Così fondo. Nero cinema. Come in una lanterna magica, proiezione di ombre. Le posizioni di ciò che sta intorno a questo nero: primi piani, campi lunghi, sequenze.
Il titolo di alcuni di questi lavori è Cinema. Ciò che si muove in questi quadri è il colore. Quei ritagli di carta dipinta, colorata, che sono gli unici colori che entrano nel quadro. In fondo le posizioni di queste toppe colorate, il luogo che queste piccole luci rosse, gialle, blu occupano in questi quadri è provvisorio. Sono qui ma potrebbero essere anche là.

Ginfranco Pardi, 1986

 

 

 

I’d like to make paintings full of colour – I mean, coloured. These paintings, these papers, are painted black and white. The colour is glued on, hanged up, like washing put out to dry or streetlights at night in the city. I have painted a big black rectangle: I concentrated on that black a lot and thought about its quality, about the adjective to describe that black. So deep. Cinema black. As if in a magic lantern: projecting shadows. The positions of things around that black: foregrounds, backgrounds, sequences.
The title of some of these pieces is Cinema. What moves in these paintings is the colour. Thouse cutouts of painted, coloured paper are the only colours that get into the painting. After all, the positions of these coloured patches, the place that these little red, yellow and blue lights occupy in these paintings is temporary. They are here but they could also be there.

Gianfranco Pardi, 1986